Occupazione in Veneto, Marzo 2021 in lenta ripresa: +11.000 unità rispetto al 2020
15 Apr 2021

Occupazione in Veneto, Marzo 2021 in lenta ripresa: +11.000 unità rispetto al 2020

Il saldo tra assunzioni e cessazioni nel primo trimestre 2021 in Veneto, al netto del blocco dei licenziamenti, è stato pari a +29.000 unità rispetto alle +18.000 fatto registrare nel 2020.

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La pandemia da Covid-19, che ha investito il sistema economico veneto quando esso aveva recuperato e accresciuto i livelli occupazionali presenti prima della crisi del 2008, ha fatto registrare una caduta a partire dal marzo 2020, tale da azzerare gli incrementi precedenti.

Dall’analisi dei dati di Veneto Lavoro, circa la variazione, emerge che il picco più basso del saldo delle posizioni di lavoro dipendente si era verificato a giugno dello scorso anno, con – 44.000 unità, per poi recuperare progressivamente nell’autunno sin ad arrivare al livello di sostanziale pareggio attuale.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni nel primo trimestre 2021 è stato pari a +29.000 unità rispetto alle +18.000 fatto registrare nel medesimo periodo del 2020 che già testimoniava di un rallentamento in atto del ciclo economico (nel 2019 il saldo era stato positivo per quasi +44.500).

L’andamento delle assunzioni risulta in flessione del -17% rispetto all’anno precedente e addirittura del -31% sul 2019.

Dal punto di vista contrattuale, il bilancio del primo trimestre è stato soprattutto positivo per il tempo determinato (+24.000 posizioni) e per il tempo indeterminato (+5.400), mentre risulta appena negativo (-700) per l’apprendistato.

La dinamica delle assunzioni è per tutti negativa

Osservando l’andamento tendenziale, i contratti a tempo indeterminato, protetti dalla cassa integrazione estesa e dal divieto di licenziamento imposto dal Governo, hanno registrato un calo costante ma contenuto e si sono mantenuti in terreno positivo, nonostante prosegua ancora la flessione delle assunzioni (nel primo trimestre pari al -22% sull’analogo periodo del 2020); l’apprendistato segna una lenta, modesta e progressiva contrazione (con una riduzione delle assunzioni del -13%).

A pagare maggiormente son stati gli stagionali, quindi i contratti a termine, nei quali si è riversato tutto il peso delle diverse fasi di lockdown, con una caduta profondissima nei mesi di maggio e di giugno seguita da un parziale recupero, arrestatosi però nel mese di novembre (la flessione delle assunzioni si è fermata a febbraio di quest’anno, con un miglioramento a marzo solo perché 12 mesi prima il blocco dell’economia era stato totale).

Sul versante delle cessazioni dei contratti di lavoro, nel primo trimestre 2021 esse si sono complessivamente ridotte del -29% rispetto al corrispondente periodo dei due anni precedenti. Quanto ai motivi sono ovviamente tutti in netta flessione, in modo particolare i licenziamenti collettivi (-68% sul 2020), quelli per motivi economici individuali (-65%) e quelli legati alla fine dei rapporti a termine, come conseguenza dei mancati reclutamenti (-39%).

Le donne e gli italiani son stati i più penalizzati nelle assunzioni: le prime hanno visto un calo del -22% rispetto al 2020, a fronte del -13% degli uomini), mentre i connazionali un -17% contro il -15% degli stranieri.

Circa la classe d’età, pagano in egual misura i giovani e le età centrali (-18%), mentre i senior numericamente meno rilevanti) segnano un -12%.

Dando uno sguardo alla geografia, le Province ad elevata propensione turistica, Venezia in testa, son quelle a pagare i costi più rilevanti della crisi pandemica. Il saldo del primo trimestre è positivo in tutti i territori, come ovunque si mantiene rilevante la significativa flessione della domanda di lavoro (Venezia -38%).

Il turismo il settore che paga di più, regge l’agricoltura

L’analisi settoriale evidenzia come la flessione della domanda di lavoro nel primo trimestre

si sia concentrata principalmente nei settori soggetti alle restrizioni (servizi turistici -60% e commercio-23%), ma non abbia risparmiato anche quelli industriali, a testimonianza dell’ingessatura del Mercato del Lavoro, causato dal blocco del turnover determinato dall’impossibilità del licenziamento sopracitato.

Il saldo occupazionale del settore turistico è meno negativo dell’analogo periodo dell’anno precedente, durante il quale era avvenuto il forte arresto, così come migliori risultano le prestazioni di settori come le costruzioni, il commercio all’ingrosso e dei prodotti in metallo. La stagionalità spinge, come usuale in questo periodo, il settore Primario.

Si riduce il lavoro parziale, intermittente e indiretto

Il reclutamento a orario ridotto ha subito una riduzione notevolmente più ampia di quella a tempo pieno: il primo flette del -24% mentre il secondo si ferma al -13%. La quota di part time tra le assunzioni scende al 27% sul totale (era al 30%) e tra le donne al 45,3% (era al 47,3%)

Il lavoro intermittente, nel primo trimestre del 2021, ha registrato 9.600 attivazioni, con una flessione del -24% rispetto all’analogo periodo del 2020; il lavoro domestico ha fatto registrare 10.500 assunzioni, un numero inferiore dell’-11% rispetto a quello del 2020; le collaborazioni (4.000) sono in flessione del -23% mentre in ripresa risultano i tirocini, soprattutto grazie al risultato di marzo, con 7.200 attivazioni che segnano una crescita del +4% rispetto al 2020

Le misure di lockdown hanno causato la flessione della domanda di lavoro in somministrazione: ad aprile 2020 le attivazioni sono crollate del -77% rispetto ai valori del 2019. Da maggio a ottobre il divario era nullo con 12.600 attivazioni.

Il nuovo anno si presenta in continuità con Dicembre 2020, facendo registrare una flessione del -25% su gennaio del 2020, mentre a febbraio l’emorragia sembra arrestarsi (-15% con 8.900 attivazioni).

I flussi di disoccupazione diminuiscono, soprattutto per le donne e gli adulti

Il flusso delle dichiarazioni di disponibilità (did) nel primo trimestre 2021 è stato pari a 25.800 unità, in diminuzione del -12% rispetto all’analogo periodo del 2020.

È un risultato imputabile alle difficoltà di spostamento e le chiusure degli uffici pubblici causate dal lockdown e al conseguente effetto di scoraggiamento che riduce la propensione alla ricerca attiva del lavoro; le misure messe in atto al fine di salvaguardare i posti di lavoro, che hanno irrigidito i flussi complessivi di entrata e uscita dal mercato del lavoro.

Le donne si confermano la componente quantitativamente prevalente (con una quota del 54,7% sul totale).

Gli stranieri mantengono la loro presenza attorno al 26% e registrano una riduzione tendenziale del numero di did nella media; rispetto all’età si accresce il peso dei giovani, che valgono il 35% dei flussi totali e vedono una riduzione delle did del -7% contro il -18% degli adulti.

A livello territoriale, Venezia ha la riduzione massima dei flussi del -18,5%, (Vicenza -5,3%).

Al fine di ridurre il divario tra domanda e offerta, Apindustria Servizi, l’ente accreditato per la Formazione e i Servizi al Lavoro di Confapi Venezia, continua a promuovere corsi di formazione specifici volti a formare e riqualificare Risorse Umane su mansioni ricercate dalle aziende del territorio, le quali accusano la mancanza di Personale qualificato quali saldatori e carpentieri, autisti di mezzi pesanti, esperti in controllo di gestione, ecc…

 

A proposito di quest’ultimo profilo, il Direttore di Confapi Venezia Nicola Zanon sottolinea: E’ una figura molto importante e richiesta dalle aziende poiché opera nell’ambito della funzione amministrativa reperendo e rielaborando dati contabili, programmando situazioni

previsionali, occupandosi della gestione del cash e verificando fatti di gestione. Tocca, quindi, leve vitali della vita di un’impresa e noi diamo loro supporto con un’attività finanziata dal Fondo Sociale Europeo, in avvio il prossimo maggio, la quale vedrà una prima fase di formazione in FAD di 120 ore, successivamente 3 mesi di tirocinio presso aziende selezionate del territorio. Il percorso, dunque, porterà ad acquisire nuove competenze professionalizzanti e darà la possibilità d’inserirsi in un’azienda fortemente interessata all’assunzione.”

 

Il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, commenta così l’analisi: “I dati di Veneto Lavoro come elaborati dal nostro centro studi evidenziano, sul fronte dell’occupazione, l’attesa inversione di tendenza nel confronto con lo stesso periodo del 2020. Il mese di Marzo dello scorso anno corrispondeva infatti con la fase più dura delle misure di Lockdown. Questo è il momento di pianificare la ripartenza. Da un lato è indispensabile coinvolgere aziende e privati nella campagna vaccinale al fine di accelerarla. In tal senso abbiamo organizzato per lunedì 19 aprile p.v. un meeting online gratuito sul tema vaccinazioni in azienda. E’ necessario, inoltre, porre in essere forti politiche attive per il lavoro con importanti sgravi fiscali per le nuove assunzioni.”

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