Maggio mese della svolta in Veneto per imprese e occupazione
16 Giu 2021

Maggio mese della svolta in Veneto per imprese e occupazione

Crescono PIL e assunzioni, bene settore primario e costruzioni, boccata d’ossigeno per commercio e turismo.

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Il mese di Maggio rappresenta una rinascita nazionale: l’ISTAT rivede al rialzo le previsioni sul PIL, previsto al +4,7% nel 2021 e al +4,4 nel 2022 (Previsioni, 4 giugno 2021) e indica una forte ripresa tanto sul versante delle esportazioni (rispettivamente +9,6% e +7,9%) che dell’occupazione (con le Unità Lavorative Annue al +4,5% e al +4,1%).

Dai dati di contabilità nazionale è desumibile come nel lavoro dipendente le ora lavorate pro-capite nel primo trimestre 2021 risultino inferiori del -6,7% rispetto a quelle dell’analogo trimestre del 2019; un valore che scende al -5,7% nel manifatturiero e al -1,5% nelle costruzioni ma che ancora è al -14% nei servizi turistici e commerciali.

Nella Regione Veneto, dai dati di Veneto Lavoro, il mercato del lavoro nel mese di Maggio sembra finalmente rappresentare un punto di svolta, con il ritorno del volume delle assunzioni a livelli del tutto assimilabili a quelli del 2019 (53.000 rispetto alle 54.000, appena il -2%) e con un saldo largamente più positivo (+21.200 rispetto a +17.300).

È un bilancio numericamente imputabile ai contratti a tempo determinato che dopo aver a lungo sofferto si giovano della ripresa delle attività e vanno a colmare un vuoto preesistente.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni nei primi cinque mesi del 2021 è stato pari a quasi +39.000 unità, un valore ancora lontano dalle +61.000 fatto registrare nell’analogo periodo del 2019, ma incomparabile con quello negativo fatto registrare nel 2020 (-4.500).

Il bilancio per le tre tipologie contrattuali considerate è stato soprattutto positivo per il tempo determinato (+38.500 posizioni) mentre permane il segno negativo per l’apprendistato (-650); la dinamica delle assunzioni è ancora per tutti negativa in confronto al 2019 nonostante il forte recupero dell’ultimo mese per i determinati.

La flessione della domanda di lavoro si è concentrata principalmente nei settori soggetti alle restrizioni (servizi turistici e commercio) ma non ha risparmiato anche quelli manifatturieri, a dimostrazione che il blocco del turnover determinato dall’impossibilità del licenziamento tende a “congelare” il mercato del lavoro; il settore primario e le costruzioni hanno mantenuto andamenti sostanzialmente positivi che si sono intensificati ed estesi all’intera economia a partire da aprile 2021.

Va rilevato come nell’ultimo mese i saldi registrati nei settori del commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio e nel turismo siano stati decisamente più positivi rispetto allo stesso mese del 2019: le riaperture hanno fatto sì che il reclutamento che era mancato nei mesi precedenti si concentrasse nell’ultimo periodo.

Dallo scoppio della pandemia del Febbraio 2020 sino allo scorso Maggio, il bilancio occupazionale grezzo del settore privato veneto, per quanto riguarda i tre principali contratti (Indeterminato, Determinato e Apprendistato), risulta positivo per +16.000 posizioni lavorative. È un dato fortemente influenzato dal diffuso e prolungato utilizzo della Cassa integrazione e dal provvedimento del blocco dei licenziamenti e che vede dinamiche diverse tra territori e settori. Belluno è l’unica provincia in terreno negativo (-4.000 posizioni), penalizzata dalla cancellazione della stagione invernale e dalle criticità del comparto dell’occhiale, mentre dal punto di vista dei comparti produttivi troviamo una crescita per le costruzioni (+4.200), l’agricoltura (+5.800) e i servizi non turistici (+10.400) a fronte di una perdita di -2.800 posizioni lavorative del turismo e di -1.500 del manifatturiero.

La manifattura, in particolare, sconta le contrazioni del sistema moda e, per l’appunto, dell’occhialeria (rispettivamente -1.700 e -750 posizioni), a fronte di bilanci positivi di metalmeccanico, farmaceutica e prodotti per l’edilizia.

Il Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel, commenta così i dati: “Ancora una volta il sistema Veneto si è rivelato capace di reggere ad una crisi economica e sanitaria senza precedenti. La nostra economia, basata su piccole e medie imprese, si dimostra in grado di recuperare vigorosamente anche sul fronte occupazionale. Tutto questo in costanza di strumenti emergenziali a difesa del lavoro che non sembrano favorire il rilancio dell’occupazione e appaiono oramai superati. Bisogna aggiungere che le nostre imprese stanno assumendo pur in assenza di un quadro coordinato di politiche attive per il lavoro che il governo non può più procrastinare; pena il soffocamento economico della ripresa. Gli imprenditori e i lavoratori veneti non lo meritano.”

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