Alla Poloplast di San Stino un workshop sul rientro al lavoro dopo la nascita di un figlio
Le politiche di welfare da adottare e tutte le informazioni utili per agevolare competitività, flessibilità lavorativa e un equilibrio, sempre più fondamentale, tra vita professionale e privata. Questi gli argomenti del workshop gratuito organizzato da Apindustria Servizi alla Poloplast di San Stino di Livenza, realtà che ha ospitato esperti del settore ed esempi virtuosi sul territorio dedicati al rientro al lavoro di un genitore dopo la nascita di un figlio.
Dopo i saluti di benvenuto di Alice Poser da parte dell’azienda ospitante e del Sindaco Gianluca De Stefani per il Comune di San Stino di Livenza, dell’Amministratore Unico di Apindustria Servizi Nicola Zanon e della Presidente ConfapiD Venezia Cheti Ciuto, si sono susseguite le testimonianze aziendali e i consigli pratici per gestire questo delicato momento di transizione. A moderare l’evento il giornalista Carlo Maria Righetto.
Luana Teso, psicologa e presidente territoriale del Gruppo Donne Imprenditrici ConfapiD Treviso, ha aperto i lavori affrontando il tema del rientro al lavoro da parte dei genitori, mamme e papà, di diversa professione e settore, che hanno portato la loro testimonianza rispetto a questo momento così delicato. Il confronto, che ha successivamente coinvolto anche le voci del pubblico presente, ha fatto emergere come gli stereotipi culturali sui ruoli uomo-donna, anche all’interno della famiglia, siano ormai superati. Servirebbe quindi una trasformazione e innovazione del sistema infrastrutturale che non è in grado di rispondere alle esigenze della famiglia moderna.
Alcune imprese stanno oggi fungendo da ammortizzatori sociali fornendo esse stesse strumenti di welfare e creando infrastrutture come ad esempio gli asili aziendali. Oppure applicando sistemi di gestione flessibile degli orari di lavoro, ove possibile. Tali testimonianze sono state portate dalle Responsabili risorse umane di aziende del territorio, tra cui la stessa Poloplast che sta proseguendo un percorso verso la Certificazione di genere UNI PDR 125.
L’intervento finale è stato sviluppato da Ilaria Trinca, avvocata e consulente per la parità di genere, che ha presentato indicazioni legali e contrattuali, partendo dal quadro statistico: «I dati del rapporto annuale Inps 2024 – ha spiegato l’avvocata Ilaria Trinca – ci dicono che in Italia, nell’anno successivo alla nascita del primo figlio, le madri hanno una probabilità di abbandonare il lavoro superiore al 18% rispetto a prima della maternità e così per i successivi due anni. Quelle che invece restano al lavoro subiscono una diminuzione del reddito di circa il 16%. Non ci sarà parità di genere se non si favorisce la genitorialità riequilibrando i tempi di lavoro e di cura di entrambi i genitori».
Il tasso di occupazione femminile, nel 2023, è stato del 53,5%. Di queste il 31,2% lavora part-time. La retribuzione media delle donne in Italia nel 2023 è stata inferiore del 18% a quella degli uomini. Un altro aspetto emerso dal workshop è quello legato al cosiddetto “lavoro di cura non retribuito”, ossia le attività quotidiane dedicate a bambini, gestione della casa, assistenza a familiari o anziani malati. Per la Banca d’Italia, nel 2023, si sta parlando in media di 4 ore e 40 minuti al giorno per ogni donna, contro 1 ora e 50 minuti al giorno per gli uomini.
«Per sviluppare opportunità e servizi per favorire l’imprenditoria femminile – ha commentato la presidente Teso – servirebbero maggiori infrastrutture, come per esempio gli asili nido, a prezzi più accessibili. Così come maggiori incentivi economici per quelle donne, magari con partita iva, che non sono tutelate dai contratti aziendali. Per le dipendenti, invece, una maggior tutela del lavoro femminile visto che al rientro dalla maternità spesso le donne vengono demansionate o accompagnate alla porta. Devono essere inserite in specifici percorsi di reinserimento, che le consentano di tornare a regime in serenità anche dopo mesi di assenza».
Da non trascurare, infine, il tema del congedo di paternità obbligatorio: nel 2023 ne hanno fruito, in Italia, il 64,5% dei padri.
«La conseguenza di questo – ha concluso l’avvocata Ilaria Trinca – è sotto gli occhi di tutti: a livello sociale ed economico il numero di nascite è sceso ormai stabilmente sotto le quattrocentomila l’anno, fermandosi nel 2023 a 379.000 e segnando un calo dell’3,6% rispetto all’anno precedente».
I partecipanti, infine, hanno visitato lo stabilimento produttivo sanstinese, che si occupa di packaging per il settore alimentare dal 1994.
L’iniziativa si è conclusa con un aperitivo di networking, un momento conviviale utile per approfondire le tematiche trattate, nonché per favorire l’incontro, la conoscenza e la nascita di nuove sinergie tra i presenti.